Il Presidente del Consorzio di Porto Rotondo: “la Sardegna è una Ferrari in garage”

ARTICOLO TRATTO DA L’UNIONE SARDA DEL 21.02.2023

Il Presidente del Consorzio di Porto Rotondo: proteggere la risorsa mare. “La Sardegna è una Ferrari in garage”. Salvemini: potenzialità enormi si faccia valere il principio dell’insularità.

«Porto Rotondo è un po’ come la Svizzera per la tutela dell’ambiente e per la qualità dei servizi». Leonardo Salvemini, giurista ambientale, docente universitario e presidente del Consorzio di Porto Rotondo, non ha dubbi: «La Sardegna non valorizza le risorse di cui dispone: è una Ferrari parcheggiata. Ma adesso può far valere il diritto che lo Stato ha riconosciuto per gli svantaggi dell’insularità». Avvocato amministrativista del foro di Milano, insegna diritto dell’Ambiente e nel 2012, nei giorni dell’Expo, è stato assessore tecnico della Regione Lombardia per affrontare i problemi dell’energia e dell’inquinamento. Salvemini crede nel futuro della blue economy. La Sardegna come «una Ferrari parcheggiata». Come si fa ad accendere il motore? «I motori vengono accesi dagli uomini. La Sardegna ha tutto: la qualità del turismo, l’aria, il sole, la mitezza del clima, gli aspetti storico culturali; dal punto di vista enogastronomico ci sono materie prime eccellenti. Potenzialità enormi». Non a caso ha scelto il marchio Ferrari da accostare a quello che nel turismo è un altro marchio importante, cioè Costa Smeralda e Porto Rotondo? «Porto Rotondo, così come Porto Cervo, sono esperienze di realtà turistiche integrate con diversi valori, artistici, culturali e naturalistici. Vivono all’interno di contesti cittadini come Olbia e Arzachena e questo ha permesso di dar vita a piani urbanistici di altissimo livello». Qual è per voi il compito da portare avanti? «Dobbiamo continuare a mantenere alto il livello di qualità con gli opportuni investimenti. Tutto si gioca sulla programmazione e sulla tutela ambientale». Le previsioni per l’estate prossima a Porto Rotondo segnano valori altissimi per la nautica da diporto. «Devo dire che la famiglia Molinas, che gestisce la Marina di Porto Rotondo, è molto attenta ai temi dell’impatto ambientale ma sono convinto che la sensibilità di preservare la risorsa mare sia cresciuta in tutti i cittadini». Ha spiegato le ragioni per poter far ripartire la macchina Sardegna ma non ha detto cosa manca… «Mancano i trasporti. Prima del Covid i presidenti di Sardegna e Lombardia, Solinas e Fontana, avevano avviato un confronto con l’idea di realizzare una compagnia aerea per le isole. Era il periodo della grande crisi di Air Italy, poi tutto si è bloccato per la pandemia». Però il quadro normativo è complesso, per una nuova compagnia aerea dovrebbe farsi avanti un imprenditore illuminato. «La compagnia delle isole dovrebbe essere integrata con le altre, senza preclusioni per il mercato e tutelando la concorrenza. I privati, a cominciare dall’Aga Khan, hanno dimostrato di voler investire nell’isola. Sono tanti gli innamorati della Sardegna: magari bisognerebbe presentare loro un progetto concreto. L’insularità è nella Costituzione, adesso molto è nelle mani di chi governa la Sardegna». Quali possono essere le ricadute della Costa Smeralda sull’economia dei comuni limitrofi? «Da un anno ho lanciato il “tavolo del benessere” il cui scopo è di elaborare progetti che vadano al di là del perimetro estivo. Ho coinvolto le Università, le realtà locali e stiamo lavorando per capire come far arrivare in bassa stagione i turisti del Nord Europa». Lei scommette su un gemellaggio tra Porto Rotondo e Saint Moritz ma qual è il punto di contatto tra due realtà così diverse? «Sono due località speculari per l’originalità del territorio. Si tratterebbe di condividere delle opportunità culturali e turistiche». Anche un discorso di marchi come nel paragone tra la Sardegna e la Ferrari? «Gli obiettivi sono identici, si tratta di interfacciare le storie. Su questi progetti noi non possiamo dialogare se non attraverso il Comune di Olbia. Che non ha mai negato l’attenzione che spetta a Porto Rotondo».

Alfredo Franchini RIPRODUZIONE RISERVATA